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Cosa ne pensano i gdp sulle nuove modalità di ricorso |
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 Notizia n° 52 del: 01/03/2006 [12:43] Autore: Segretario generale
RICORSO AL GIUDICE DI PACE: DATTOLICO (COORDINATORE GDP MILANO) REPLICA A BISERNI (PRESIDENTE ASAPS) Su www.asaps.it, associazione sostenitori amici polizia stradale, venerdì scorso è apparsa questa notizia: dal 2 marzo 2006 non sarà più necessario ricorrere in Cassazione contro le sentenze dei Giudici di pace, ma si potrà proporre appello direttamente al Tribunale. Giordano Biserni, presidente Asaps, così commenta la notizia.
1) “In materia di giudizi davanti ai Giudici di pace, le cose non hanno sempre funzionato bene. Ora ci sarà finalmente un termometro per la verifica e il monitoraggio dell’operato dei Giudici di pace da parte dei colleghi togati, giudici di carriera che potranno recuperare il giusto profilo di applicazione della norma, che in più occasioni è apparso a molti fin troppo svilito da numerose sentenze a dir poco approssimative e addirittura innovative in modo molto ‘originale’ del diritto da parte dei giudici onorari. Verrebbe da dire una battuta del tipo ‘la ricreazione è finita’, ma saremmo ingenerosi nei confronti dei tanti Giudici di pace che comunque hanno svolto bene il loro lavoro, senza confonderlo col ruolo di assistenti sociali, come altri hanno invece fatto”. 2) “Rimane da risolvere il dispendio di energie con presenze numerose di operatori di Polizia per la discussione dei procedimenti. Operatori che in molti casi, sotto il tiro incrociato dei difensori spesso sostenuti dai Giudici di pace, si sentono più imputati che testi. Non sarebbe da scartare l’idea di una sorta di avvocatura amministrativa dello Stato e delle Amministrazioni locali deputata a seguire puntigliosamente e in modo molto professionale i procedimenti in tutto il loro evolversi”.
Avvocato Dattolico, in veste di coordinatore di Giudici di pace di Milano, che cosa risponde a Giordano Biserni, presidente Asaps?
1) “Biserni esagera. I Giudici di pace hanno sollevato numerose questioni di illegittimità costituzionale delle norme del Codice della strada. Svolgendo un lavoro preziosissimo. Inoltre, hanno difeso automobilisti e motociclisti contro verbali irregolari, notifiche in ritardo, apparecchiature per la rilevazione della velocità non omologate o non tarate o usate in modo illegittimo. Insomma i Giudici di pace, se e quando era il caso, hanno tutelato il cittadino contro ingiustizie e vessazioni”.
2) “Non è accetabile l’affermazione che gli operatori di Polizia abbiano dovuto sottostare al tiro incrociato dei difensori dei ricorrenti, dovendosi considerare che la Polizia (e quindi il Prefetto) oppure il Comune si avvalgono di una compagine difensiva sempre agguerrita. Infatti c’è un’avvocatura comunale e dello Stato contro le quali si trova spesso il cittadino inerme e sprovveduto”.
In definitiva, la possibilità di fare ricorso in Tribunale che cosa comporta per il cittadino?
“L’appello in Tribunale anziché in Cassazione ha pro e contro per il cittadino. Vantaggio: avrà un secondo grado di giudizio, esattamente come la controparte. Svantaggio: dovrà avvalersi di un legale, cosa che non tutti possono permettersi. In secondo grado, si presenterà una disparità di base ancora più marcata che di fronte al Giudice di pace. L’automobilista per costituirsi in Tribunale avrà la necessità inderogabile di un avvocato, fatto che invece dinnanzi al Giudice di pace può essere evitato, in quanto può difendersi da solo”. (28/02/2006 - Dalla parte di chi guida)
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Phone center, nuove norme in Lombardia |
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 Notizia n° 51 del: 01/03/2006 [12:39] Autore: Segretario generale
Il 21 febbraio 2006 il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato la Legge febbraio 2006 n. Che regolamenta l’attività dei Phone Center, mettendo così fine ad una situazione di anarchia che penalizzava, in primo luogo, chi usufruisce di questi servizi diffusi capillarmente sul territorio e necessari a tante persone. All'operatore di centri di telefonia sarà richiesto il possesso dei medesimi "requisiti morali" previsti dalla normativa vigente per il commercio. Per l'apertura di un phone center sarà necessaria un'autorizzazione comunale, subordinata alla effettiva disponibilità del locale da parte del gestore e al rispetto di caratteristiche edilizie, urbanistiche, igienico-sanitarie e di sicurezza dei locali. Come per tutti gli altri esercizi commerciali, l'autorizzazione sarà trasmessa dal Comune alla Camera di Commercio territorialmente competente che provvederà ad inserirla in un apposito registro telematico accessibile anche alle altre Pubbliche Amministrazioni, realizzando così una semplificazione del procedimento ed una integrazione del patrimonio informativo. Entro un anno gli oltre 2000 phone center lombardi si dovranno mettere in regola con le prescrizioni della legge e dotare di servizi igienici per il pubblico, di spazi d’attesa, di spazi minimi (1 metro x 1,20) per ogni postazione telefonica, di impianti conformi alle normative vigenti in modo da garantire il rispetto di standard analoghi a quelli degli esercizi commerciali e dei pubblici esercizi. Dovranno abbattere le barriere architettoniche e garantire almeno una postazione fruibile da disabili. La legge assegna ai Comuni la competenza sia per individuare le aree idonee all'apertura di questi locali sul territorio e alla presenza di parcheggi nelle vicinanze, sia per stabilire criteri e orari di apertura e chiusura sulla base di indirizzi generali individuati dalla Giunta regionale. In attesa dell'approvazione di tali disposizioni potranno restare aperti al pubblico nella fascia oraria che va dalle 7 alle 22, in base al Decreto legislativo n. 114/98, (con possibilità del Comune di autorizzare l’apertura anticipata o la chiusura posticipata di 2 ore su richiesta motivata) per un massimo di 13 ore liberamente scelte dall’esercente. Osserveranno la chiusura domenicale e festiva. I vigili urbani avranno compiti di vigilanza e controllo ai fini della ordinata e civile convivenza e della qualità della vita locale, attraverso la prevenzione e il contrasto di situazioni e comportamenti contrari alle norme. La polizia locale potrà richiedere l’intervento delle Forze dell'Ordine, se necessario, e verificare per il rispetto delle leggi le generalità delle persone presenti nei centri. Il Comune di Milano è già impegnato ad applicare la nuova legge regionale sui phone center: un’apposita commissione tecnica tra i settori Commercio, Sicurezza, Polizia locale, Urbanistica e lo ‘Sportello unico per le attività produttive scriveranno il regolamento comunale sui phone center e gli internet point. Attualmente a Milano sono censiti 445 in ogni parte della città, soprattutto in periferia. | 

28/02/2006 - marketpress.info
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