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 Inoltre  per i soli colleghi iscritti al nostro sindacato, che ne facciano richiesta, prestiamo piena assistenza nella ricerca della mobilità (anche attraverso i nostri referenti sui territori) e per tutto l'iter burocratico.

Si prega tutti coloro che abbiano ottenuto la mobilità, di darne comunicazione per cancellare la richiesta.

                                                Si ringrazia per la fattiva collaborazione

IL Segretario Generale Nazionale Daniele Minichini


::news anteguerra::

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Napoli - Tafferugli alla partita, vigili urbani aggrediti

Immagine della News Notizia n° 223   del: 28/08/2006 [22:41]   Autore: Segretario generale

 Quattro vigili urbani aggrediti e ricoverati in ospedale per accertamenti, decine di tentativi di sfondamento dei cordoni di forze dell’ordine. Tutto in una manciata di minuti ad altissima tensione, poco prima di una giornata a rischio sotto il profilo dell’ordine pubblico, a causa del controesodo dei vacanzieri e, in città, del big match del San Paolo tra Napoli e Juventus. Ed è stato proprio l’incontro di Coppa Italia a mettere a dura prova la tenuta dei nervi delle forze dell’ordine. Massiccio il presidio del territorio: seicento tra agenti di polizia e vigili urbani, elicotteri e cellule fotoelettriche, che non hanno potuto evitare aggressioni, tafferugli e tentativi di carica. L’episodio più grave è accaduto un’ora prima del fischio d’inizio e ha visto coinvolti quattro agenti di polizia municipale a bordo dell’auto di servizio. La vettura viaggiava a sirene spiegate ed ha attirato l’attenzione di un gruppo di scalmanati: teppisti convinti che i vigili stessero scortando tifosi juventini, al punto tale da far scattare la caccia al bianconero. C’è stata una carica, che non ha riportato esiti drammatici grazie all’intervento del piano coordinato dal capo di gabinetto della Questura Giovanni Fiorentino. Il bilancio è comunque grave: quattro vigili sono stati costretti a ricorrere alle cure ospedaliere. Due caschi bianchi sono stati rilasciati dopo le prime cure, mentre la condizione degli altri due è comunque apparsa più grave, costringendoli a trascorrere la notte in ospedale. Altri momenti di tensione sono stati registrati nella zona di piazzale Tecchio, o comunque a ridosso della Curva A: sono stati infatti sventati diversi tentativi di sfondamento da parte dei supporters azzurri, che tentavano di caricare il gruppo di sostenitori juventini. Ma la tenuta delle forze dell’ordine in città è stata messa a dura prova anche dal rientro di centinaia di migliaia di napoletani in città, dopo le ferie estive. Le code agli imbarchi, i treni stracarichi, le autostrade intasate e la pista di Capodichino presa d’assalto dai charter. L’immagine del rientro dalle vacanze è un’istantanea già vista. Il solito controesodo: tra ingorghi, resse e incolonnamenti. Ieri si è celebrata la data che la società Autostrade e l’Osservatorio contrassegnano con un cerchio rosso sul calendario. Prove generali di traffico. Dalle isole del Golfo alla costiera sorrentina e amalfitana, dal Cilento al litorale domizio, la domenica del controesodo ha riservato le consuete scene: colonne di macchine imbarcate sui traghetti, corsie autostradali intasate, ressa ai botteghini. A Ischia la situazione più critica, già dalle prime ore del mattino, fronteggiata con il potenziamento di tre corse di traghetti (due per Pozzuoli e una per il Beverello). Le corse degli aliscafi, letteralmente prese d’assalto e con il solito problema di overbooking, hanno riportato a Napoli migliaia di persone. Traffico intenso anche in aeroporto. I dati forniti dalla Gesac indicano un intenso movimenti di vacanzieri, in partenza e in arrivo. Complessivamente giovedì scorso sono transitati 16mila passeggeri; 24mila quelli registrati venerdì, il record di questo fine settimana. Sabato tra partenze e arrivi 20400 transiti, ieri poco più di 15mila.

IL Mattino - GIUSEPPE CRIMALDI LEANDRO DEL GAUDIO

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solidarietà alla famiglia di Laura Battisti assistente della polizia di Stato

Immagine della News Notizia n° 222   del: 28/08/2006 [12:25]   Autore: Segretario generale
Assistente della PdS vittima del dovere intervenendo fuori servizio. 

da www.asaps.it  del 24/8/2006

ROMA – Laura Battisti era un’assistente della Polizia di Stato libera dal servizio, che stava rientrando a casa, nei pressi di Pomezia. Lungo la strada si imbatte in un furto, appena denunciato al 112 dei Carabinieri: vede gente in strada, ubbidisce al suo istinto di Poliziotta e si ferma. Mostra il tesserino, qualcuno le spiega che in quel capannone ci sono dei ladri. Interviene, sale una scala e si trova sul tetto dello stabile. Appena un paio di passi e il solaio cede, trascinandola giù con forza. Fa un volo di 7 metri, forse più e rimane ferita gravemente. Laura viene subito soccorsa dai Carabinieri, dai passanti e poi dal 118, che la trasporta in ospedale, ma ogni tentativo di salvarle la vita è stato purtroppo vano. Dopo aver lottato a lungo, si è spenta nella notte. Il presidente della provincia di Roma, Enrico Gasbarra, è tra i primi a scrivere alla famiglia della ragazza, 38 anni, una vita professionale davanti. A giudicare dalla grinta che ha dimostrato prima di essere tradita fatalmente dal destino, era davvero una donna senza paura. “Desidero esprimervi – scrive Gasbarra alla famiglia Battisti – convinto di rappresentare il sentimento di tutti i cittadini della provincia di Roma la profonda partecipazione al dolore per la tragica scomparsa di vostra figlia che ha perso la vita scegliendo di porre al primo posto il suo senso del dovere”. Un secondo telegramma è immediatamente stato recapitato anche al questore di Roma, Marcello Fulvi. L’Asaps, davanti a questo incredibile esempio di coraggio e dedizione venuto da una donna in divisa, non può far altro che stringersi attorno a chi amava Laura e che oggi la piange. (ASAPS)

Sempre sul sito ASAPS è stato attivata una raccolta di messaggi di solidarietà che saranno recapitati ai familiari. Clicca qui

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Lanciano. Il Sindaco disarma i vigili urbani

Immagine della News Notizia n° 221   del: 28/08/2006 [12:12]   Autore: Segretario generale
Il sindaco Paolini disarma i vigili urbani
Le pistole sono state ritirate e chiuse in una cassaforte. Nuovo atto di una lunga querelle tra amministrazione e polizia municipale
di FRANCESCO FLAMMINIO LANCIANO — Si arricchisce di un nuovo capitolo la storia infinita, e non proprio idilliaca, che da anni caratterizza il rapporto tra il sindaco Filippo Paolini e alcuni ambienti del comando di polizia municipale. Il primo cittadino in questi giorni ha infatti disposto il ritiro di tutte le armi in dotazione ai vigili urbani, che sono state per il momento chiuse in una cassaforte di Palazzo di Città. Paolini non ha voluto entrare più di tanto nel merito della decisione, limitandosi a precisare che in una città come Lanciano i vigili possono tranquillamente lavorare anche senza girare armati.
"Hanno dei compiti ben specifici, riguardanti soprattutto la disciplina della viabilità. Non spetta loro - ha puntualizzato il sindaco - sovrapporsi alle competenze delle forze dell'ordine come polizia e carabinieri".
Fin qui la versione ufficiale, anche se sembra invece che in Comune siano giunte segnalazioni da parte di cittadini sull'atteggiamento di alcuni agenti, che giravano armati come degli sceriffi del far west cinematografico e con le rivoltelle ben in vista. Il dilemma sull'opportunità di dotare i vigili di armi è comunque destinato a durare a lungo. Alcune sigle sindacali della polizia municipale ritengono infatti che disporre di una pistola durante i servizi notturni sia indispensabile per tutelare la sicurezza degli operatori. "Sarà il consiglio comunale a decidere su questo tema - ha tagliato corto Paolini - e se dovesse essere approvato l'armamento dei vigili urbani, provvederemo a verificare l'idoneità di ciascun agente a portare con sé un'arma. Sono problematiche su cui non si può agire con leggerezza". Intanto il sindaco ha chiarito anche la vicenda della mancata corresponsione ai vigili delle indennità relative ai servizi notturni del 2004, su cui un sindacato della polizia municipale aveva polemizzato negli ultimi giorni. "E' stato pagato quello che andava pagato per il servizio reso - ha spiegato - e non certo il compenso che una sigla sindacale pretendeva venisse invece erogato".
Il Tempo.it (articolo di ieri 27/08/2006)
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