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comunicare : nome e cognome, posizione professionale, profilo professionale, gli enti di partenza e destinazione, telefono e/o mail, note particolari (ogni singolo annuncio, rimarrà visibile online per circa 12 mesi dalla data d'inserimento) Inoltre per i soli colleghi iscritti al nostro sindacato, che ne facciano richiesta, prestiamo piena assistenza nella ricerca della mobilità (anche attraverso i nostri referenti sui territori) e per tutto l'iter burocratico. Si prega tutti coloro che abbiano ottenuto la mobilità, di darne comunicazione per cancellare la richiesta. Si ringrazia per la fattiva collaborazione IL Segretario Generale Nazionale Daniele Minichini
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TROPPE POLIZIE IN ITALIA E PAGHIAMO UNA MULTA GIORNALIERA ALL EUROPA
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Emergenza. Chiamo 113 o 112, 118, 1717 o 1515? «Chiami la polizia locale». Quale numero comporre? Un funzionario olandese, assiduo in Romagna, chiese aiuto alla pattuglia di un fuoristrada con due lampeggianti e l'insegna «polizia locale». Risposero: «Chiami la polizia». Paghiamo una multa giornaliera alla Ue di 30mila euro, presto lieviterà a 90mila, piuttosto che costringere gli apparati a piegarsi alle esigenze del contribuente, unificando il numero d'emergenza. Nel 1997 additai l'anomalia di un agente di polizia ogni 175 italiani, 50 e 20 per cento in più rispetto a Gran Bretagna e Germania. Un gallonato tentò la reprimenda. A suo dire, l'instabilità italiana imponeva larga disponibilità di polizia. Immaginai che alludesse all'astro allora nascente della Lega. «La sicurezza è garantita da polizie numerose, piuttosto che ben addestrate, ridotte all'osso e ben pagate?» Non rispose. La Lega, entrata a palazzo, duplicò la polizia penitenziaria e centuplicò polizie locali, provinciali, consortili. Sicilia e Val d'Aosta anelano una polizia regionale. Ad Aosta vorrebbero un «comitato regionale per contrastare la criminalità organizzata», presieduto dal governatore, il quale forse è insoddisfatto del prefetto di Aosta, che a sua volta dirige il «comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica». Peccato che governatore e prefetto, per legge, ad Aosta siano la stessa persona. Quante sono le polizie? Quanto si spende? Le polizie sono apparentemente sette: polizia di Stato, arma dei carabinieri, guardia di finanza, corpo forestale dello stato, polizia penitenziaria, capitaneria di porto, corpo nazionale dei vigili del fuoco. Solo sommando carabinieri, polizia e fiamme gialle superiamo ogni record europeo. Sommate le altre quattro, abbiamo mezzo milione di uomini. Il reclutamento è approssimativo, i casi di gravi infrazioni di legge sempre più frequenti, sebbene affiorino quando toccano i Marrazzo oppure ne fa le spese uno Stefano che entra in carcere vivo per uscirne morto o un altro Stefano, lasciato in cella finchè non scompaiono i lividi procuratigli dalla polizia, mai come in questo caso «di prossimità». I dirigenti responsabili dei casi Cucchi e Gugliotta sono ancora al loro posto. Sin dal fascismo la «funzione di polizia» è connessa anche alle licenze e alle autorizzazioni, cioè al sottopotere o quanto meno alle contravvenzioni, alla paletta che spalanca la corsia d'emergenza, ai biglietti gratuiti. Ogni ministro ha la sua polizia, propri aerei, motoscafi, navi, elicotteri, scorte, foresterie, privilegi, più o meno legittimi, tutti dispendiosi. Alle duplicazioni delle funzioni delle polizie ad ordinamento statale fanno da controcanto le duplicazioni locali. Sulle strade, infatti, incontrate anche polizia locale, provinciale e gli ausiliari del traffico. Sui cibi vegliano carabinieri, forestali dello stato e delle regioni, come pure polizia sanitaria promanante dalle Usl. Sui morti, sul lavoro e sui morti del lavoro, sulle opere d'arte e sulle monete contraffatte e persino sulle frontiere, ovunque vi giriate una quantità di polizie, statali e non, veglia sulla vostra perpetua insicurezza quotidiana. Il 2 giugno sfileranno tutti, tranne la polizia mortuaria, ma in futuro, chissà. Ogni polizia, inoltre, sfila e celebra per conto proprio in una gara senza verecondia. Quanto costa tutto questo? Nessuno sa il totale, neppure lo stato che paga. Solo il contribuente se ne accorge. (Italia Oggi del 17 agosto 2011)
Pubblicazione del: 22/08/2011 nella Categoria News
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