Torino, inchiesta sui vigili urbani
perquisizione nella sede di Repubblica
Una squadra di polizia giudiziaria si è presentata oggi nella redazione di via Buozzi per notificare al giornalista Diego Longhin un avviso di garanzia per fuga di notizie e gli hanno sequestrato tutto quanto aveva in redazione e hanno copiato la memoria del pc
La notizia pubblicata oggi da Repubblica Torino in relazione ad un'inchiesta della Procura su un presunto giro di favori tra alcuni vigili urbani e i titolari di alcune società che gestiscono i carro attrezzi ha avuto un clamoroso sviluppo.
Una squadra della polizia giudiziaria dei vigili urbani di Torino si è presentata oggi alle 15 nella redazione torinese di via Buozzi per notificare al giornalista Diego Longhin un avviso di garanzia in quanto indagato per fuga di notizie e gli hanno sequestrato tutto quanto aveva in redazione: due cellulari (uno aziendale), cartelle, block notes e, soprattutto, hanno copiato la memoria del suo computer fisso. La perquisizione è poi continuata a casa dello stesso Longhin.
Gli uomini del nucleo di polizia giudiziaria hanno anche perquisito l'auto privata del cronista. L'atto era firmato dal procuratore Giancarlo Caselli.
LEGGI L'INCHIESTA DI DIEGO LONGHINIn relazione all'inchiesta dal Comune è arrivata una prima dichiarazione ufficiale: "La Città di Torino in merito alle odierne notizie di stampa sulle presunte irregolarità nell’utilizzo di alcune ricetrasmittenti in dotazione ai vigili urbani e conseguenti fatti eventualmente verificatisi, informa che i meccanismi di controllo interno in atto presso la Polizia municipale consentirono, a suo tempo, di rilevare tempestivamente elementi tali da determinare la dovuta segnalazione alla Procura per il prosieguo degli accertamenti".
Il comunicato prosegue sottolineando come "l'Amministrazione abbia disposto un'indagine interna affidando al comandante Mauro Famigli il compito di stabilire se vi siano responsabilità all’interno del Corpo di polizia municipale relativamente alla ipotizzabile fuga di notizie". La dichirazione si conclude così : "La Città, nel ritenersi parte offesa in questa comunque brutta vicenda, confida in una rapida conclusione dell’indagine riservandosi tutti gli eventuali provvedimenti previsti dalla legge"