Inoltre per i soli colleghi iscritti al nostro sindacato, che ne facciano richiesta, prestiamo piena assistenza nella ricerca della mobilità (anche attraverso i nostri referenti sui territori) e per tutto l'iter burocratico.
Si prega tutti coloro che abbiano ottenuto la mobilità, di darne comunicazione per cancellare la richiesta.
Si ringrazia per la fattiva collaborazione
IL Segretario Generale Nazionale Daniele Minichini
IL COMANDANTE P.L. DI MILANO : UNA LEGGE CHE CI RENDA UNICI
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Il comandante Bezzon, capo dei vigili di Milano
«Serve una legge che ci renda unici»
Come i carabinieri «Quando un cittadino si rivolge a un carabiniere a Torino o a Napoli sa esattamente con chi sta parlando»
MILANO - Dalle multe, al piccolo spaccio, agli sgomberi. Emiliano Bezzon (nella foto), comandante dei vigili di Milano, i diversi compiti che avete non rischiano di confondere i cittadini sul ruolo della polizia locale? «La nuova legge dovrebbe assegnare ai vigili una competenza chiara sulla sicurezza urbana. Che sostanzialmente vuol dire degrado e criminalità diffusa, fino a un certo limite». Qual è questo limite? «Per fare un esempio: il piccolo spaccio che avviene in parco. Oltre un certo livello, il lavoro passa a polizia e carabinieri». Avete altri limiti nel controllo del territorio? «Una pattuglia che ferma un' auto in strada oggi non ha accesso alle banche dati. Dobbiamo chiedere a polizia e carabinieri un' interrogazione dei terminali per sapere chi abbiamo di fronte». Quindi, in una situazione paradossale, potreste fermare un latitante senza sapere chi è? «La nuova legge estenderà anche alla polizia locale la possibilità di accesso alle banche dati. E così ci darà uno strumento in più per quella che è la nostra vera mission: il controllo delle persone e del territorio. Anche per passare, quando sia necessario, informazioni agli organi investigativi superiori». Il fatto che le diverse polizie locali non siano omogenee in Italia è un problema? «Dipendiamo dalle amministrazioni, e quindi è ovvio che risorse e modelli organizzativi siano diversi da città a città, come lo sono anche le legislazioni regionali. Può essere una criticità, anche se le differenze non sono poi così radicali, ma semmai legate alle diverse culture politiche e di sicurezza delle amministrazioni». La legge di riforma punta a creare un modello più unitario? «Di certo aiuterà a uniformare quelle che oggi sono le differenze, non tanto sulla parte operativa, ma per dare un' identità certa alle polizie locali di fronte alla gente. Quando un cittadino si rivolge a un carabiniere, a Torino o Napoli, sa esattamente a chi si sta rivolgendo. Con i vigili ancora non è così». Una nuova polizia non aumenta il rischio di sovrapposizioni? «Nelle grandi realtà metropolitane, dove le polizie locali sono già evolute, i contatti e il coordinamento con le altre forze dell' ordine è costante. Il meccanismo per la separazione delle competenze e la collaborazione è già in funzione». C' è il rischio di dedicare meno attenzione al vostro lavoro «tradizionale»? «I compiti di polizia della strada restano quelli fondamentali, su cui abbiamo una competenza di altissimo livello e che non abbandoneremo. Insieme agli ambiti che copriamo già da molti anni: polizia amministrativa, ambientale e commerciale». G. San.