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Si prega tutti coloro che abbiano ottenuto la mobilità, di darne comunicazione per cancellare la richiesta.

                                                Si ringrazia per la fattiva collaborazione

IL Segretario Generale Nazionale Daniele Minichini


PALERMO: QUANDO UNA COLLEGA PARLA E 'SCRIVE' CHIARO   Stampa questo documento dal titolo: . Stampa

Sono personalmente rimasto molto colpito da quanto scritto su Repubblica dalla collega della Polizia Municipale di Palermo.
L'augurio è che persone come Lei, un giorno, decidano di unirsi sindacalmente (o non) con noi per portare avanti l'impegno contro gli sprechi di denaro e per un impiego oculato e dignitoso di tutte le forze di polizia , soprattutto quella locale
Daniele Minichini -  Segretario Nazionale Lipol e Coordinatore RSU Lipol

"La battaglia di noi vigili sulle strade di Palermo"

Palermo è anche l´ultima città d´Italia per investimenti sulla polizia municipale
di Sonia Pecorella
 
Palermo è una città che domanda protezione e sicurezza per le strade. Ma lo fa in sordina, senza particolare agitazione o fervore. Tutto ciò perché non è più abituata alla legalità, né al rispetto delle regole. E fin troppo facilmente ignora il valore dell´autorità. Ne siamo ben consapevoli noi operatori della polizia municipale che svolgiamo un servizio sulle strade. L´ultimo di noi agenti, così come l´ultimo dei nostri commissari, si ritrova ogni giorno a confrontarsi con questa crisi della società, dove la parola autorità non è più insegnata, né a scuola, né nelle famiglie.
Siamo ormai sempre più spesso chiamati a combattere una guerra - in aumento il numero dei morti sulle strade, in media uno ogni dieci giorni nel 2008 - che sappiamo bene non esisterebbe se solo gran parte della cittadinanza avesse il minimo rispetto del codice della strada. Una guerra che, ci teniamo a sottolinearlo, combattiamo quotidianamente in una città di quasi un milione di abitanti (la quinta d´Italia) con solo una decina di pattuglie operative per strada! La polizia municipale, c´è bisogno di dirlo con forza, è un´istituzione troppo importante per una città perché sia luogo di polemiche perfettamente inutili e non propositive.
Per questo motivo l´articolo su Repubblica-Palermo di domenica 18 gennaio («Entrate flop, il Comune maglia nera» di Sara Scarafia) non deve allontanare la fiducia che la gente onesta ripone sul nostro corpo di polizia e sul suo personale, forviando i veri motivi che ci vedono fanalino di coda. Se Palermo è l´ultima città per entrate da contravvenzioni (52 euro di multa per ogni cittadino) non lo deve di certo al nostro operato di addetti alla sicurezza stradale. Perché un accumulo di così tanto ritardo rispetto alle altre città d´Italia, come Milano, Firenze, Bologna e Roma? I motivi sono da ricercare in una sola parola: innovazione.
La lista di cambiamenti istituzionali e degli investimenti economici che hanno permesso alle Regioni di queste città di formare una polizia locale è lunga e senz´altro ha contribuito alla messa in opera di progetti per i quali oggi esse possono vantare una vera e propria polizia di prossimità: rinnovo di mezzi e tecnologie, piani di mobilità sostenibile, coordinamenti interforze, progetti di controllo e sicurezza. Un esempio per tutti è la città di Bologna che ha al suo attivo ben 2 sistemi di videosorveglianza per il controllo della Zona a traffico limitato (i sistemi Sirio e Rita) che da soli provvedono al 100 per cento dei controlli.
Gli introiti delle contravvenzioni per il mancato rispetto delle zone a traffico limitato sono quindi il risultato di un sistema del tutto automatizzato. A Palermo invece l´uso delle telecamere non è mai entrato a regime, il loro numero è ridottissimo e il sistema elettronico utilizzabile del tutto obsoleto. Il risultato è che il 100 per cento delle contravvenzioni elevate è il frutto del lavoro «amanuense» di noi operatori della polizia municipale, costretti a fermare i veicoli poco alla volta, per il normale controllo del rispetto delle regole, con dispendio di energia e soprattutto di tempo.
Nell´articolo citato si è fin troppo pronti a stigmatizzare il nostro lavoro, ma non ci sembra che si sia altrettanto pronti a congratularsi con noi perché garanti del rispetto delle regole, dell´incolumità dei cittadini sulla sede stradale, dell´equilibrio tra la libertà e la protezione delle persone e dei beni, nonostante l´esiguo numero di risorse umane destinate ai servizi operativi esterni. Come ben più volte denunciato su queste stesse pagine, il numero delle pattuglie disposte per il controllo del territorio è estremamente ridotto (vedi articolo di Repubblica-Palermo del 23 settembre 2008 «Sulle strade solo ottanta vigili», a firma della stessa giornalista), valore che forzatamente diminuisce quando sottratto al numero di pattuglie destinate alla sorveglianza degli «obiettivi sensibili»e dei posti fissi di guardiania.
Non c´è dubbio che il servizio pubblico della nostra città va migliorato e molto resta da fare anche per rendere la polizia municipale all´altezza delle proprie ambizioni. Per questo la nostra amministrazione e il nostro comando devono prendersi i propri oneri: per delle ragioni che non sono certo secondarie, il nostro corpo di polizia deve essere riorganizzato al meglio. Non ci si può sentire sempre responsabili quando le cose vanno bene e mai responsabili quando le cose vanno male. C´è bisogno di investire nel piano per la sicurezza urbana, nelle tecnologie, nei progetti per una mobilità sostenibile, ma soprattutto nel personale, perché una regola non ha alcuna influenza senza chi la faccia rispettare (un esempio per tutti l´ordinanza sulle targhe alterne).
I dati parlano chiaro: Palermo è anche l´ultima città d´Italia per investimenti sulla polizia municipale: solo 65 euro pro-capite, a fronte degli 87 di Napoli, dei 126 di Roma, dei 104 di Firenze, dei 102 di Milano, dei 105 di Torino, dei 97 di Bologna. In questi anni la linea adottata è stata quella che ha previsto la pauperizzazione delle risorse umane della nostra categoria, con professionisti mal pagati e male utilizzati, a vantaggio di un illusorio «risparmio di cassa» che come conseguenza ha solo più morti per le strade e meno legalità. Come pretendere allora che le cose vadano meglio? Semplicemente cercando di non ripetere gli errori del passato. Da parte nostra l´impegno resterà massimo. Nonostante il numero davvero troppo esiguo di pattuglie per strada, la mancanza di un Piano urbano del traffico e il non capillare controllo del territorio, ci adoperiamo al meglio e con tutta la nostra dedizione perché vengano sempre fatte rispettare le regole. Sappiamo bene che molti palermitani non ci amano, ma siamo altrettanto consapevoli che la gente onesta conta su di noi. Per questo siamo fieri della nostra divisa. Siamo fieri del nostro mestiere. La nostra missione è tanto utile quanto importante. Se Palermo potrà vantarsi un giorno di essere una grande città vivibile e sicura, è solo perché potrà contare su più poliziotti municipali per strada.
Fonte: Repubblica


Pubblicazione del: 24/01/2009
nella Categoria News


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