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  (ogni singolo annuncio, rimarrà visibile online per circa 12 mesi dalla data d'inserimento)

 Inoltre  per i soli colleghi iscritti al nostro sindacato, che ne facciano richiesta, prestiamo piena assistenza nella ricerca della mobilità (anche attraverso i nostri referenti sui territori) e per tutto l'iter burocratico.

Si prega tutti coloro che abbiano ottenuto la mobilità, di darne comunicazione per cancellare la richiesta.

                                                Si ringrazia per la fattiva collaborazione

IL Segretario Generale Nazionale Daniele Minichini


Il pensiero della CGIL    Stampa questo documento dal titolo: . Stampa

Riportiamo un frammento della relazione del Segretario  Segretario Fp Cgil Nazionale, su come la vedono sull'armamento alla polizia locale l'intera relazione è riportata sul loro sito 

la FP CGIL è assolutamente contraria a dotare la Polizia locale di armamenti vari. dai manganelli alle tute antisommossa.
Una scelta, questa, senza alcun preconcetto ideologico, frutto delle nostre discussioni in tantissimi confronti sia in sede di coordinamento nazionale che sul territorio a diretto contatto con i lavoratori.
In questi mesi abbiamo assistito ad ogni forma di becera propaganda sulla sicurezza che non ha nulla da spartire, a nostro avviso, con il dovere, di un'amministrazione comunale o provinciale, di garantire ai cittadini serie politiche integrate di sicurezza urbana, che vanno dalla tenuta della legalità, agli standard qualitativi dei servizi pubblici.
Sappiamo tutti che l’Ordine Pubblico è di competenza della Polizia statale e che quella locale ha un suo ruolo specifico, di pari dignità, nella sicurezza delle città e nello assetto democratico del vivere civile, che va difeso, non snaturato, potenziandone le peculiarità e l’autonomia operativa ed organizzativa, e valorizzandone il patrimonio professionale indispensabile per la vivibilità di ogni città del nostro Paese.
Le Amministrazioni locali, allora, per prevenire e reprimere le violazioni amministrative o penali, non devono ispirarsi ad altre forze di polizia ma devono attivare idonei percorsi professionali permanenti, coerenti con le funzioni ed i compiti che la legge 65/86 e la stessa Costituzione assegnano alla Polizia Locale.
Devono organizzare il lavoro incentrandolo su funzionalità e tutela degli operatori, compresa l’autonomia dalle indebite ingerenze politiche.
Devono applicare correttamente gli istituti contrattuali previsti per questo fondamentale servizio pubblico e investire adeguate risorse, in concerto con lo Stato e le Regioni attraverso piani pluriennali e l’utilizzo dei fondi europei in strutture, mezzi e dotazioni organiche.
E’ questa la polizia locale, che va coordinato con le Forze di Polizia statale per garantire così, ognuno, in rapporto alla propria specifica peculiarità rofessionale, le migliori condizioni di sicurezza e legalità.
Le questioni sociali presenti nel nostro paese, conseguenza di vecchie e nuove emarginazioni che contraddistinguono alcuni fenomeni della società italiana, quali ambulanti immigrati o locali appartenenti alle zone povere o realtà emarginate del paese, non possono essere risolte con la politica del manganello, che tra l’altro è espressione di uno stato repressivo e di una società pseudo – razzista, piuttosto che d'istituzioni democratiche La politica del manganello non è la risposta giusta neanche di fronte ad una richiesta di sicurezza da parte dei cittadini che riteniamo, ovviamente, legittima.
A noi sembra che il voler a tutti i costi assegnare altri compiti alla polizia locale, distogliendola dai suoi prevalentemente amministrativi, da una parte serve a nascondere i problemi reali relativi alla sicurezza e dall’altro espone gli agenti ad ogni sorta di rischio, compreso quello di dover sopperire alle disfunzioni e alle mancanze di scelte politico – amministrative.
la FP CGIL è assolutamente contraria a dotare la Polizia locale di armamenti vari. dai manganelli alle tute antisommossa.
Una scelta, questa, senza alcun preconcetto ideologico, frutto delle nostre discussioni in tantissimi confronti sia in sede di coordinamento nazionale che sul territorio a diretto contatto con i lavoratori.
In questi mesi abbiamo assistito ad ogni forma di becera propaganda sulla sicurezza che non ha nulla da spartire, a nostro avviso, con il dovere, di un'amministrazione comunale o provinciale, di garantire ai cittadini serie politiche integrate di sicurezza urbana, che vanno dalla tenuta della legalità, agli standard qualitativi dei servizi pubblici.
Sappiamo tutti che l’Ordine Pubblico è di competenza della Polizia statale e che quella locale ha un suo ruolo specifico, di pari dignità, nella sicurezza delle città e nello assetto democratico del vivere civile, che va difeso, non snaturato, potenziandone le peculiarità e l’autonomia operativa ed organizzativa, e valorizzandone il patrimonio professionale indispensabile per la vivibilità di ogni città del nostro Paese.
Le Amministrazioni locali, allora, per prevenire e reprimere le violazioni amministrative o penali, non devono ispirarsi ad altre forze di polizia ma devono attivare idonei percorsi professionali permanenti, coerenti con le funzioni ed i compiti che la legge 65/86 e la stessa Costituzione assegnano alla Polizia Locale.
Devono organizzare il lavoro incentrandolo su funzionalità e tutela degli operatori, compresa l’autonomia dalle indebite ingerenze politiche.
Devono applicare correttamente gli istituti contrattuali previsti per questo fondamentale servizio pubblico e investire adeguate risorse, in concerto con lo Stato e le Regioni attraverso piani pluriennali e l’utilizzo dei fondi europei in strutture, mezzi e dotazioni organiche.
E’ questa la polizia locale, che va coordinato con le Forze di Polizia statale per garantire così, ognuno, in rapporto alla propria specifica peculiarità professionale, le migliori condizioni di sicurezza e legalità.
Le questioni sociali presenti nel nostro paese, conseguenza di vecchie e nuove emarginazioni che contraddistinguono alcuni fenomeni della società italiana, quali ambulanti immigrati o locali appartenenti alle zone povere o realtà emarginate del paese, non possono essere risolte con la politica del manganello, che tra l’altro è espressione di uno stato repressivo e di una società pseudo – razzista, piuttosto che d'istituzioni democratiche.
La politica del manganello non è la risposta giusta neanche di fronte ad una richiesta di sicurezza da parte dei cittadini che riteniamo, ovviamente, legittima.
A noi sembra che il voler a tutti i costi assegnare altri compiti alla polizia locale, distogliendola dai suoi prevalentemente amministrativi, da una parte serve a nascondere i problemi reali relativi alla sicurezza e dall’altro espone gli agenti ad ogni sorta di rischio, compreso quello di dover sopperire alle disfunzioni e alle mancanze di scelte politico – amministrative

per leggere l'intera relazione clicca qui http://autonomielocali.fpcgil.it/polizia_locale/index.htm



Pubblicazione del: 05/02/2007
nella Categoria Notizia


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