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Milano. Piano Sicurezza: 580 telecamere   Stampa questo documento dal titolo: . Stampa

  
img skin Siglato il «protocollo di utilizzo sinergico» tra vigili e forze dell'ordine - Piano sicurezza: 580 telecamere a Milano
Controlli in Duomo, parchi e stazioni. «Questa è la città più videosorvegliata d'Europa»
Quasi seicento telecamere dislocate in ogni zona della città, i pattugliamenti nei parchi, i controlli dei phone center, il problema dei nomadi. Erano i ghisa che si occupavano soltanto degli incidenti stradali. Sono gli agenti di Polizia locale che hanno, come prima emergenza, quella della sicurezza. Ai telefoni della centrale operativa giungono ogni giorno circa 800 chiamate per altrettante richiesta di intervento. E, se fino a pochi anni fa erano quasi tutte telefonate per controversie stradali, oggi siamo quasi al 50 per cento fra interventi sulla viabilità e interventi sulla sicurezza. Ai quali si aggiunge l'altra emergenza degli ultimi anni: l'inquinamento acustico e le relative proteste per i rumori.
TELECAMERE — Milano ha il sistema di videosorveglianza più grande d'Europa, con 580 occhi elettronici attivi in diverse parti della città: in Stazione, nelle grandi piazze, in metropolitana, nei quartieri dell'Aler, nei parchi, nelle zone indicate come «obiettivi sensibili». Negli ultimi mesi sono state completate le installazioni e nei giorni scorsi c'è stata una riunione con i rappresentanti delle altre forze dell'ordine per definire un «protocollo di utilizzo sinergico delle immagini». Il sistema, attivo dal 2000, viene infatti gestito congiuntamente da quasi due anni con la polizia di Stato e i carabinieri. «Stiamo cercando di stabilire — spiega il comandante dei vigili, Emiliano Bezzon — se ci sono altre zone da presidiare e quali sono le tecnologie a cui ricorrere». Problemi di privacy, non ne esistono: le telecamere sono tutte denunciate al Garante e le immagini vengono visionate e utilizzate soltanto da carabinieri e polizia, per intervenire praticamente in flagranza di reato (soprattutto grazie alle postazioni disseminate nei parchi cittadini), o come prova d'accusa nei processi.
PARCHI — Anche qui, la vigilanza non è mai affidata soltanto alla Polizia Locale, ma si lavora in coordinamento con tutte le forze dell'ordine. «In questo periodo — spiega Bezzon — stiamo presidiando in particolare cinque parchi: il Cassinis, lo Strozzi, Monte Stella, Trenno e Lambro. Soprattutto in questi parchi, infatti, durante i fine settimana abbiamo elevate concentrazioni di sudamericani che danno problemi di rumore, degrado ambientale e che consumano alcolici malgrado l'ordinanza di divieto». Sono più di 50 i vigili che si alternano nel controllo, ogni sabato e domenica, dalle 10 alle 23, con agenti di polizia e carabinieri: intervengono in caso di risse, sequestrano alcolici, rassicurano i cittadini che si sentono minacciati da questi gruppi di stranieri, alla ricerca più che altro di un posto dove fare comunità.
NAVIGLI — Altra questione è quella delle aree con alta concentrazione di persone. Come i Navigli, appunto: «Quest'anno — sottolinea Bezzon — abbiamo molte meno proteste per i rumori dei locali notturni, segno che ha funzionato il modello di autoregolamentazione voluto dal sindaco Moratti». Il Comune ha creato una sorta di sinergia fra commercianti e Polizia Locale e, al di là della parte di disturbo considerata «fisiologica», non ci sono più le impennate di schiamazzi che rendevano impossibile al vita ai residenti. Il modello potrebbe essere ampliato in altre zone dove l'alta presenza di persone aumenta la percezione di insicurezza: dal mercatino delle pulci di San Donato, alle Colonne di San Lorenzo, per fare gli esempi su cui sta lavorando la Polizia Municipale.
NOMADI — Rimane la principale emergenza del territorio. «L'allerta è elevata anche in agosto», conferma Bezzon. E, in particolare, crea disagi l'insediamento di via Triboniano: «Le nostre pattuglie sono presenti ogni giorno, anche per i problemi di degrado, e lavorano con i servizi sociali del Comune». Bezzon aggiunge che, «per mantenere condizioni igieniche appena accettabili», l'Amsa pulisce il campo ogni giorno da cima a fondo. Malgrado questo, però «la struttura assume perennemente l'aspetto di una discarica. E questo dà percezione di insicurezza nei cittadini». di Elisabetta Soglio Vivimilano.it



Pubblicazione del: 04/08/2006
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