Nell'articolo qui sotto riportato un copione già conosciuto. Ci si chiede solo come mai nessun magistrato apra inchieste sulle "anomalie" che il Lipol ha più volte denunciato in tutte le sedi e in tutti i modi.   

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Nuovo blitz dei carabinieri presso il comando della polizia municipale in via de Giaxa. Ieri mattina i militari del comando provinciale diretto da Gaetano Maruccia si sono presentati per acquisire nuovi documenti nell’ambito dell’indagine aperta dalla Procura e affidata al pubblico ministero Giuseppe Borrelli. Sequestrate centinaia di carte. Si tratta di documenti relativi alla posizione di personale in servizio, cartelle personali, schede e fascicoli sui quali si concentra ora l’attenzione degli investigatori. Partendo da un troncone principale - quello relativo a presunti illeciti commessi nella presentazione di certificati medici che avrebbero attestato false malattie - la Procura indaga adesso su altri tre filoni. Il primo: il magistrato intende verificare se risponda al vero che all’interno del Corpo vi siano persone che hanno subìto condanne penali. La presenza di pregiudicati tra i vigili urbani renderebbe gli agenti incompatibili con la qualifica attribuita dalla legge di ufficiale di pubblica sicurezza. Le verifiche da compiere sono duplici: oltre a capire se esistono casi di incompatibilità per legge, il pm vuole verificare se siano stati svolti accertamenti disciplinari interni all’amministrazione. Il secondo filone è quello del mancato utilizzo delle divise di ordinanza negli orari di servizio. Tanti, troppi vigili in borghese. Perché? Per rispondere a questa domanda il pm Borrelli ha ordinato l’acquisizione di tutti gli atti relativi: in sostanza le comunicazioni dei singoli agenti con le motivazioni fornite al comando in relazione alla scelta di uscire in strada per lavorare in borghese (o con la pettorina blu con la scritta «polizia municipale»). Terzo punto: il capitolo delle assemblee indette dal Corpo. Come già anticipato dal nostro giornale giorni fa, gli inquirenti vogliono capire se dietro le ripetute assemblee degli agenti di polizia municipale possa nascondersi un’ipotesi di reato. I riflettori sono puntati in particolare sulle riunioni che vennero convocate durante le celebrazioni dei Defunti, a novembre; e le festività natalizie, a cavallo tra il 23 e il 31 dicembre. Il sospetto dei magistrati è che questo sistema sia servito in realtà a disertare i doveri d’ufficio: condizione questa che integrerebbe il reato di interruzione di pubblico servizio. Un’indagine a tutto campo, dunque. Che potrebbe riservare anche ulteriori, clamorosi sviluppi.

GIUSEPPE CRIMALDI - IL MATTINO