Sicurezza L’iniziativa di un gruppo di sindaci veneziani. Il prefetto: l’ordine pubblico spetta a noi
Sicurezza, la Lega si fa una polizia privata
Parte dal Veneto la nuova linea del Carroccio. Dopo le ronde padane, nelle strade arrivano i vigilantes
MUSILE DI PIAVE (Venezia) — Polizia privata per pattugliare le strade. Vigilantes armati, pagati dai Comuni, «con un ruolo di deterrente». In campo, anche se la Prefettura ha ribadito che l’ordine pubblico spetta a polizia e carabinieri. Ma un espediente ha fatto aggirare l’ostacolo: sulla carta, le guardie «controlleranno edifici e proprietà comunali». Di fatto, presidieranno, di notte, tutto il territorio: «Vigileremo fino all’ultimo cassonetto per garantire i cittadini».
L’«offensiva d’inverno» per la sicurezza, annunciata al Corriere da Roberto Maroni, parte da Musile di Piave, undicimila anime non lontano da Venezia. Popolo di artigiani, carpentieri, assemblatori: piccole-medie imprese a conduzione familiare, cuore laborioso del Nord-est. E, dettaglio che non passa inosservato, con il 10 per cento dei residenti di origine extracomunitaria, la percentuale più alta della provincia. «Con il ritiro del decreto sicurezza, la battaglia la faranno i sindaci», aveva dichiarato Maroni. Prevedendo il futuro: «L’evoluzione delle ronde padane». E anche la strada: l’esercizio «creativo» delle competenze dei sindaci. E se Cittadella ha già dato l’esempio, con l’ordinanza «antisbandati » del primo cittadino Bitonci (che ha interpretato la legge per arrivare a rifiutare la residenza agli immigrati),
Musile e la recente delibera sulla polizia privata non sono da meno. Sembra cadere dalle nuvole Gianluca Forcolin, 39 anni, commercialista, sindaco del Carroccio eletto la scorsa primavera: «L’iniziativa era nel mio programma elettorale, ho faticato per metterla in pratica». E ci tiene a raccontare i mesi di lavoro e contatti con Prefettura e forze dell’ordine, «per rispettare le regole, per non prevaricare nessuno». Poi il lungo dibattito con le amministrazioni vicine. L’altro ieri, «finalmente», la delibera: «per stipulare una convenzione con San Donà di Piave e Jesolo, per la gestione associata di un servizio di vigilanza notturno, agli edifici e proprietà comunali». Delibera approvata all’unanimità, che, almeno in apparenza, mette d’accordo centrodestra e centrosinistra. «La sicurezza è un problema di tutti, la coalizione non c’entra» sorvola il sindaco Forcolin.
Non sembra così pacifico il fronte dell’opposizione. «È vero che abbiamo votato a favore — precisa Graziano Paulon, alla guida di una lista civica —, ma loro hanno provato in tutti i modi a escluderci. Noi abbiamo voluto dimostrare ai cittadini che siamo sensibili al tema della sicurezza ». La questione, però, sembra essere un’altra: «Vogliamo vedere il benestare della Prefettura. La maggioranza dovrà esibirlo per forza nella fase esecutiva».
E ritorna in auge lo spirito «creativo » evocato da Maroni, e, nel caso specifico, attuato dal sindaco Forcolin: «In paese la gente ha paura, sono aumentati furti e borseggi, per mano soprattutto di extracomunitari. Questa soluzione potrà accontentare tutti». Così un nuovo cavillo legale sembra aiutare un’amministrazione leghista. Con più di uno scopo: pattugliare il territorio, rassicurare la popolazione, e, contemporaneamente, non spendere troppo (20 mila euro all’anno). Forcolin lo ammette deciso: «La Prefettura ci permette di assoldare guardie giurate per vigilare solo sul patrimonio comunale? Ecco cosa faremo: chiederemo di pattugliare anche segnaletica stradale e cassonetti, così non ci sfuggirà nulla». Poi c’è anche il numero verde: «I cittadini potranno chiamare le guardie tra mezzanotte e le 5 del mattino ». Quanto alle forze dell’ordine: «Se ci sarà qualcosa di serio saranno i vigilantes ad avvertirle».