Il grande fratello che legge le targhe
Viaggio nella centrale dell´Ecopass, già schedato un milione di veicoli
Una giornata nella stanza del cervellone antismog
Giuseppina Piano
Le auto dei milanesi, una per una, quanto viaggiano e inquinano: il cervellone di piazza Beccaria ora sa tutto La gestione costerà 6 milioni l´anno contro 24 di incassi previsti Stanziati altri cinque milioni sotto forma di incentivi antismog Contravvenzioni da 75 euro per chi non paga entro le 24 ore L´assessore: "È tutto automatico, non si può più barare" A prova di tutto, compresa la truffa. Il cervellone-Ecopass, un megasistema esperto che ha già incamerato un milione di targhe in due mesi di «rodaggio», non teme nubifragi o blackout, hacker o i soliti furbi che magari proveranno a taroccare la targa. Almeno a sentire i tecnici che già lavorano nella centrale operativa che gestirà il ticket antismog. «Con questo sistema non si bara», ripete davanti a monitor e video al plasma l´assessore alla Mobilità Edoardo Croci. E «quelli che ci hanno provato, che truccavano la targa per sfuggire alle telecamere delle corsie riservate, già li abbiamo presi tutti», giura l´ingegner Mario Grippa, la mente operativa delle tecnologie applicate al traffico. La certezza resta che l´Ecopass ancora non c´è, visto che si comincerà a pagare dal 2 gennaio e che solo da metà dicembre inizieranno a essere messi in vendita i ticket e gli abbonamenti per i residenti. Ma il grande fratello elettronico messo in piedi per farlo pagare va già a pieni giri. E funziona. Con un vantaggio: fa tutto da solo, in automatico. Basta andare in piazza Beccaria, sede dei vigili urbani ma anche dell´assessorato alla Mobilità, e vedere il cervellone al lavoro. Un cecchino informatico, parrebbe all´automobilista. Perché la sicurezza regalata dalla tecnologia è che il sistema "sa" fotografare e leggere tutte le targhe che entrano nella Cerchia dei Bastioni. Non si scappa: o si paga o si riceve a casa la multa da 75 euro. All´inizio - era il 15 ottobre quando il cervellone fu acceso per il rodaggio - tra l´8 e il 10 per cento delle targhe sfuggiva alle telecamere, vuoi per scarsa illuminazione, vuoi perché l´angolazione andava tarata. Adesso «siamo al 98 - 99 per cento», gongola l´ingegner Grippa, mentre sul monitor si legge benissimo che «DA946... « è passata in corso Venezia. Quel due per cento che manca è l´umano tributo all´altare della tecnologia: le uniche cose che possono intralciare la foto, infatti, sono intoppi stradali, mezzi che si fermano in doppia fila e riescono a interferire con il campo visivo delle telecamere. Succede poco, però. Perché, di per sé, le telecamere montate sui 43 varchi d´accesso alla Cerchia dei Bastioni le targhe le sanno leggere tutte. Con un sistema a infrarossi efficiente con qualsiasi luce o condizione atmosferica. A guardare il quartier generale dell´Ecopass, non sembra esserci scampo. Certo, un conto sono i test e solo dal 2 gennaio si farà sul serio. Funzionerà tutto come oggi? Questo è il futuro, e il punto critico in realtà sembra piuttosto la necessità di informare adeguatamente, nel poco tempo che resta, tutti i milanesi e i pendolari, considerato anche che solo ai primi il Comune sta per spedire a casa una lettera con le istruzioni per l´uso. La tecnologia? Quella a vederla all´opera ti convince, nella «Centrale operativa e di controllo del traffico e del territorio» tutta nuova tra monitor e mega-video al plasma. A fianco c´è il quartier generale dei vigili urbani, nei sotterranei del palazzo c´è il «cuore» informatico di tutta la rete con i server, ma a quello è impossibile avvicinarsi perché ha filtri di sicurezza da caveau di banca. È la centrale operativa all´ultimo piano, però, il ponte di comando dell´Ecopass. Qui lavorano solo sei tecnici, ingegneri informatici e analisti di sistema, e di fatto bastano solo quelle sei persone, a turno, per vigilare sul cervellone a cui è stato «insegnato» a fare tutto da solo. Come? La prima mossa del cecchino è scattare, attraverso le telecamere, due foto a ogni veicolo, circa dieci metri oltre il passaggio, riprendendo la targa e tutta la macchina. A quel punto i dati vengono incrociati con un database per scoprire quanto dovrebbe pagare quel mezzo, se sia un benzina Euro 3 o 4 ad esempio (categorie esentate) o un non catalizzato (quelli che pagheranno il pedaggio più alto). Come scoprirlo? Il sistema interroga gli archivi della motorizzazione civile (se la macchina è straniera, la domanda è girata nel Paese di appartenenza) e classifica la targa mettendola in una memoria sua, in un database comunale, così da inquadrarlo subito quando passerà la prossima volta. In questo modo, in circa due mesi di rodaggio, un milione di targhe sono già state classificate. Sembra parecchio complicato a dirlo, ma in realtà il «cervellone» fa tutto in 10 minuti 10. Nel frattempo, da solo, espelle tutte le targhe esentate. Mentre per le altre, delle due l´una: se entro 24 ore l´automobilista paga il pedaggio la trafila finisce lì, altrimenti il caso passa ai vigili urbani che fanno scattare un verbale da 75 euro. L´infrastruttura, ovvero telecamere e software, è costata circa otto milioni di euro. Avviare e gestire il sistema-Ecopass ne costerà sei nel 2008. Ma l´anno prossimo il Comune conta di incassare dal pedaggio 24 milioni di euro, soldi che al netto dei costi dovranno finire tutti per aumentare e migliorare i trasporti pubblici. Nel frattempo Palazzo Marino, l´anno prossimo, destinerà cinque milioni di euro a incentivi antismog.
Fonte: Espresso local - La Repubblica ed. Milano