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Statali: arriva la formula «fuori tre, dentro uno»
GIUSY FRANZESE Roma. Statali: arriva la formula tre a uno. Ovvero ogni tre dipendenti della pubblica amministrazione che usufruiranno dei prepensionamenti, ci sarà una nuova assunzione. È questa l’idea messa a punto dal ministro della Funzione pubblica, Luigi Nicolais, per risparmiare, razionalizzare e riqualificare i pubblici dipendenti, senza rinunciare alla possibilità di assumere nuove leve. La proposta - che comunque è da sottoporre ai sindacati - è contenuta nel budget 2008 inviato da Nicolais all’Economia. E si affianca ai tagli di consulenze e collaborazioni, per un risparmio totale di 500 milioni di euro. Il ministro ci crede molto, perché potrebbe essere l’uovo di Colombo per non bloccare il turnover (sarà messo, invece, uno stop ai contratti precari), risparmiare e nel contempo innovare la pubblica amministrazione: i giovani, si sa, sono predisposti verso le nuove tecnologie. Intanto, negli altri ministeri si va avanti con le simulazioni tecniche in attesa che sia definita la cornice numerica della manovra: le ultime informazioni parlano di una versione leggera, dai 10 ai 12 miliardi. Allo Sviluppo economico sul tavolo c’è sia la proroga degli incentivi per il risparmio energetico (caldaie, pannelli solari, rottamazione auto, frigoriferi) sia lo scambio chiesto dalle imprese tra incentivi e minori tasse. A questo proposito prende sempre più corpo l’ipotesi di scaglionare il taglio Ires in più anni, per mantenere le agevolazioni al Sud. Nulla di deciso ancora per le modalità del taglio Ici. Dal sottosegretario all’Economia, Alfiero Grandi, però arriva una rassicurazione: la procedura di decentramento del catasto ai Comuni non avrà l’effetto di aumentare l’Ici. Se nel merito si lavora alacremente, non si batte la fiacca nemmeno nel metodo. Il Quirinale non nasconde la sua preoccupazione: quest’anno bisognerà evitare i problemi dell’anno scorso, ovvero montagne di proposte di modifica, maxiemendamenti e strozzature dei dibattiti e dei tempi di esame. Il capo dello Stato ne aveva già parlato la scorsa settimana con il premier, Romano Prodi, e tre giorni fa con il presidente del Senato, Franco Marini. Ieri lo ha voluto fare anche con l’omologo della Camera, Fausto Bertinotti, che ha ricevuto in mattinata al Quirinale, chiudendo così il giro. E sì, perché situazioni come quelle che si sono verificate lo scorso anno durante l’iter della Finanziaria, Giorgio Napolitano non vuole più che accadano. E allora, visto che siamo ampiamente in tempo, ha chiesto che ci si attrezzi di conseguenza e si stabilisca bene, una volta che il governo avrà varato la manovra, come dovrà svolgersi l’iter parlamentare. L’invito è a stabilire fin da ora idonei canali di comunicazione tra parlamento e governo. Insomma, senatori e deputati della maggioranza dovrebbero prendere l’impegno di non inondare di proposte di modifica la manovra, e dal canto suo il governo dovrebbe evitare il continuo ricorso a voti di fiducia. Nel frattempo vanno avanti anche le critiche al ”libro verde” messo a punto da Padoa-Schioppa. Ieri è stata la volta dell’Associazione nazionale magistrati, che contesta il passaggio del capitolo dedicato alla giustizia in cui si afferma che ben il 67% dei magistrati ha una retribuzione superiore alle funzioni svolte. «In attuazione del principio costituzionale di pari dignità delle funzioni giudiziarie, tanto il vecchio ordinamento giudiziario, quanto la legge Castelli e la recente legge Mastella - sottolinea l’Anm - hanno sempre collegato la retribuzione dei magistrati alle fasi della carriera e non alle funzioni svolte». IL MATTINO
Pubblicazione del: 15/09/2007 nella Categoria Notizia
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