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VIGILI CINESI CON UNIFORMI MADE IN VERONA   Stampa questo documento dal titolo: . Stampa

Divise "made in Vr" per i vigili cinesi
 

Tutti i vigili urbani cinesi avranno la divisa firmata da un fumanese, Giuseppe Totolo, 49 anni, sposato, due figlie, residente a Molina, designer di professione ma anche assessore al turismo del Comune. Una conferma della validità del «made in Italy», in un periodo in cui i mercati italiani sentono tremendamente la concorrenza cinese. Totolo è uno specialista dell'abbigliamento sportivo, quindi sa perfettamente che un capo tecnico deve essere resistente, ma soprattutto funzionale, pratico, efficiente. E la divisa per la polizia locale cinese avrà queste caratteristiche.
«Ho lavorato 12 ore al giorno per una ventina di giorni in azienda» racconta Totolo, da poco rientrato dalla Cina, «per spiegare come si realizza questo genere di abbigliamento, passando dai disegni ai prototipi, dai campioni alla produzione in serie. Soprattutto, ho spiegato come produrre abiti di qualità, che contraddistingue i mercati italiano ed europeo. Il progetto delle divise per la polizia cinese è stato messo in atto direttamente sul posto. I poliziotti lì sono proprio tanti, qualche milione. Con la ditta che mi ha contattato ho analizzate le richieste del Dipartimento di polizia e ho creato una serie di modelli da presentare alla direzione di Pechino. In giugno sceglieremo quello più adatto».
Totolo è partito da Molina per Tajan, una città di 600 mila abitanti, famosa per la montagna sacra, simbolo della Cina: «Qui si trovono templi attorniati da cascate naturali, come quelle di Molina. La Cina sembra molto lontana», racconta, «ma da Villafranca si arriva in 13 ore di volo. Da Shanghai, con un altro aereo si raggiunge Tajan, una città dove conoscono bene il nostro calciatore Damiano Tommasi, perché ha giocato in quella».
La Cina é come l'Italia del boom economico, ma con un miliardo di persone, di cui 10 milioni sono ricchissime. «L'azienda per cui lavoro costruisce furgoni, mezzi cingolati da lavoro, motociclette ma anche abbigliamento. Occupa una superficie enorme, come il Comune di Fumane, e vanta circa 7.000 dipendenti, di cui 700 export manager che sono in contatto con tutto il mondo. A Tajan ero l'unico europeo. I cinesi sono curiosi e dell'Italia volevano sapere tutto».
Il nostro Paese, del resto, è al primo posto nei sogni dei turisti cinesi, con Venezia in prima fila. E poi c'è il calcio: «Mi chiedevano dei giocatori di calcio», spiega Totolo, «da Tolli (Totti) a DilPielo (Delpiero) a Tomalli (Tommasi). Anche il vino é nella lista delle loro preferenze, ma a Tajan non é ancora arrivato l'Amarone, mentre ci sono solo vini francesi. Anche l'abbigliamento italiano è conosciuto grazie ad Armani, Valentino, Dolce & Gabbana, Diesel e altri brand italiani che ci hanno fatto conoscere in Cina».
«Vorrei che la mia esperienza fosse di esempio: bisogna prendere coraggio e proporre le proprie professionalità e attività ai cinesi. Mi riferisco alle piccole aziende, alle strutture ricettive, alle cantine, ma anche ai marmisti», suggerisce Totolo. «Internet é la chiave di volta per il contatto con il mondo. Gli italiani devono affrontare mercati come quello cinese, perché lì c'è il futuro dei nostri figli. Gli italiani sono come Marco Polo: solitari, ma con tanto coraggio e capacità comunicative. Come assessore di Fumane, nelle due domeniche trascorse a Tajan e a Shanghai ho preso contatto con alcune agenzie turistiche per presentare il territorio della Valpolicella e tutte le sue caratteristiche (avevo brochure del Comune e dello Iat). Ho preso appuntamento per giugno, quando ritornerò per concludere il mio lavoro. Porterò i depliant di tutti gli operatori turistici di Fumane. Sarà un passo importante per promuovere il nostro territorio».


Fonte: L'Arena





Pubblicazione del: 01/03/2010
nella Categoria News


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