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IL Segretario Generale Nazionale Daniele Minichini


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Aggiornamenti professionali dal convegno di Riccione



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(..omissis..)

Il FALSO ASSICURATIVO, pratica che si sta diffondendo a macchia d’occhio tra gli italiani a causa delle difficoltà economiche, del caro polizze e del senso di impunità avvertito. Il fenomeno sarebbe tra le motivazioni della crescita delle omissioni di soccorso.
E’ quanto emerge dalla relazione di Angelo Ambrosi, Polizia Locale di Perugia e Davide Capsoni, Polizia Locale di Milano, sul tema del falso assicurativo, che sta assumendo proporzioni preoccupanti. I fruitori non sarebbero cerchie di personaggi ben identificabili e circoscritti in ambiti socialmente degradati, ma da diversi anni capita sempre più frequentemente di imbattersi in “consumatori” di assicurazioni contraffatte che fanno parte dei più svariati strati della popolazione. Il fatto è attribuibile sia alla difficile congiuntura economica/finanziaria che stanno attraversando le famiglie italiane, sia all’aumento di prezzo delle polizze in diverse aree geografiche.

Persone, quindi, non inclini a delinquere, sostenute da una diffusa sensazione di impunità, sommata alla speranza che il controllo sia superficiale. L’aumento esponenziale delle omissioni di soccorso è legato anche a questo fenomeno: spesso si accerta che, oltre all’abuso di alcool o sostanze stupefacenti, chi fugge dal teatro di un sinistro lo fa per sfuggire al controllo dei propri documenti. Una buona percentuale di chi si è allontanato ed è stato successivamente rintracciato era alla guida di un veicolo privo di copertura assicurativa ed esponeva contrassegni contraffatti o alterati.





L’ultimo caso di INFLUENZA AVIARIA in Italia è stato segnalato nel febbraio del 2006 su cigni reali affetti da H5N1. Non esiste ancora una trasmissione diretta della malattia da persona a persona, ma restrittivi sono gli interventi della Polizia in caso di segnalazioni su casi sospetti: istituzione di zone di protezione, obbligo di censimento di tutti gli allevamenti avicoli, divieto di accesso in tutte le zone faunistiche per almeno 21 giorni nella zona di protezione ed almeno 30 giorni nella zona di sorveglianza dalla data di conferma del virus.

E’ quanto emerso dalla relazione > di Massimo Belli, Comandante Corpo Polizia Provinciale di Frosinone, presentata alle Giornate della Polizia Locale. L’influenza aviaria è una vecchia conoscenza: uno scienziato italiano (Perroncito), verso la fine del 1800 descrisse una malattia che colpiva varie specie d’uccelli con una gravità tale da meritare il nome di “peste aviaria”. Le ricerche degli ultimi decenni ci hanno consentito di capire che si tratta di una malattia causata da vari “ceppi” di virus influenzali. Quello che sta causando l’attuale moria tra varie specie d’uccelli, soprattutto migratori, appartiene al cosiddetto virus influenzale di tipo A. Si tratta di un ceppo che si diffonde facilmente tra gli uccelli e provoca la morte di tutti gli animali colpiti nel giro di 48 ore. Esistono anche ceppi che causano una forma influenzale blanda, con disturbi lievi che può persino passare inosservata. In Europa i primi focolai di aviaria sono stati isolati nel 2003 e nel luglio 2005 in Siberia, quindi quasi 10 anni dopo l’individuazione del primo focolaio in Cina.

Non c’è ancora una trasmissione diretta della malattia da persona a persona. Quanto appena accennato è molto importante poiché, in tutti i casi di contagio (e di decesso) di persone, si è potuto constatare che lo stesso è avvenuto in ambienti caratterizzati da pessime condizioni igieniche ma, soprattutto, di continua e persistente promiscuità tra animali e persone. Tre elementi caratterizzanti il virus aviario: 1) Il mutamento o ricombinazione del virus per determinare la trasmissione diretta dell’aviaria da uomo a uomo ancora non è avvenuto. I contagi accertati per l’uomo sono fino ad oggi avvenuti in costanza di forte promiscuità uomo-volatile e in assenza di minime misure igieniche (la veicolazione maggiore del virus avviene attraverso secreti ed escrementi di volatili); 2) nel caso di contaminazione di allevamenti questi vengono completamente distrutti dal virus nel giro di 48 ore; 3) il virus H5N1 è estremamente termolabile tanto che in applicazione del regolamento di polizia veterinaria il responsabile del servizio veterinario, avendo acquisito elementi tali da poter formulare sospetto di influenza aviaria, ne dà immediata e contestuale comunicazione all’Autorità Sanitaria Regionale e al Ministero della Sanità.





Abusivismo commerciale
Sul tema dell’abusivismo commerciale è intervenuto Daniele Ruggeri, Vice Comandante Corpo Polizia Locale di Legnano nella sua relazione su <> . Di questo tipo di illecito, quello su area pubblica rappresenta certamente il più vistoso e diffuso, se non altro perché esercitato nelle nostre piazze, strade e luoghi di pubblico passaggio. Tale attività viene spesso esercitata da cittadini extracomunitari e solitamente viene associata ad illeciti di varia natura; le azioni di contrasto vengono portate avanti quasi esclusivamente dalle Polizie Locali, che si trovano a volte a dover intraprendere veri e propri “blitz” a sorpresa, tali da scoraggiare eventuali reazioni da parte degli abusivi, sempre più agguerriti nel difendere la propria merce. Un fenomeno difficile da fronteggiare sul piano operativo e che si delinea assai complicato anche dal punto di vista tecnico-giuridico.

Nel nostro territorio il commercio abusivo spesso ha come oggetto prodotti contraffatti e in materia, tra le relazioni di ieri, è intervenuto Enzo Calabria, 1° Direttore Polizia di Stato e Direttore IIa div. del Servizio Analisi Criminale Direzione Centrale Polizia Criminale. “La contraffazione in Italia opera attraverso due canali. Da un lato con la produzione in nero, attraverso le imprese regolari “accondiscendenti” che stipulati i contratti di fornitura con i proprietari del marchio, ne producono in quantità in più, che verranno avviati al mercato irregolare. Dall’altro, con i laboratori clandestini, tra i quali particolarmente attivi sono quelli cinesi” Da un’analisi dei dati relativi ai sequestri effettuati nel 2005 risulta che le Forze di Polizia sono state particolarmente impegnate nel sequestro di prodotti elettrici ed elettronici con oltre 14milioni di pezzi, seguiti da tessile, abbigliamento e pelletteria con quasi 13.500.000. Anche i prodotti audio video sono soggetti a contraffazioni con più di 10milioni di pezzi sequestrati.

da RomagnaOggi 22/9/2006





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