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Il Comune: ecco perché le multe ai privati.Dipendenti sfiduciati. In arrivo 5 nuovi dirig. esterni



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Luigi ROANO Tutti sapevano a palazzo San Giacomo, tanto che uno dei primissimi atti del sindaco, siamo nel dicembre del 2001 (la Iervolino si era insediata da sette mesi) fu quello di «trasferire il colonnello Giuseppe Calabrò dal settore legale in una zona periferica». La Iervolino non è stata colta di sorpresa dall’arresto del colonnello e di altri due vigili urbani accusati di intascare indebitamente multe e soldi delle cartelle esattoriali all’ufficio di via Bernando Tanucci. Accuse mosse dal pm Maria Antonietta Troncone, lo stesso magistrato che è titolare dell’inchiesta sugli stipendi gonfiati e delle assunzioni fittizie di decine di consiglieri circoscrizionali e di qualche consigliere comunale. Tutte indagini che stanno per arrivare al punto cruciale. Il Comume ha già annunciato che si costituirà parte civile anche in questo procedimento contro i vigili, ma quello che emerge è che il corpo della polizia municipale è ancora una volta al centro di polemiche e di fatti che poco hanno a che vedere con il compito a cui è demandato. La Iervolino cerca di gettare acqua sul fuoco, ma è chiara: «Pur con tutto il rispetto della garanzia costituzionale, per cui una persona finché non è condannata è innocente, se ci sono le mele marce è meglio che vengano tolte». Poi l’affondo: «Certo si tratta di un’altra cosa scottante che cade sul Comune. Quando si è insediata l’amministrazione, su questa vicenda non avevamo prove, c’era qualche diceria e qualche sospetto. Il colonnello Calabrò, la cui sospensione è automatica in seguito all’arresto, è stato spostato immediatamente in una zona periferica. Comunque di fronte a un arresto e non a una condanna aspetto la pronuncia della magistratura». Probabile, più che probabile che, a parte la posizione non in bilico di Carlo Schettini, l’arresto del colonnello e dei due vigili dia una fortissima accelerata alla riforma del corpo, con relativo valzer di poltrone e l’arrivo di almeno cinque nuovi dirigenti esterni a palazzo San Giacomo. Già domani l’assessore competente Luca Esposito ha confermato «che la riunione con tutti i sindacati per discutere della riforma si farà. Chi non viene perderà una grande occasione per discutere». Riferimento non casuale alla Cgil che rispetto alla Snavu è abbastanza critica. Esposito invita «a non sparare nel mucchio, perché i vigili sono un organismo sano». Sta di fatto, però, che il servizio di esternalizzazione della riscossione delle multe è stato affidato, salvo contrordini dal Tar il 24 novembre, a imprese private perché in Comune non tutti si fidavano di quanto i vigili potessero fare sulla materia. Lo ammette chiaramente l’assessore Enrico Cardillo: «Abbiamo deciso di affidarci a imprese private perché c’era una cronica incapacità di riscossione del Comune, basta pensare che ogni anno eleviamo 1,8 milioni di verbali dal valore di 66 milioni di euro, ma incassiamo al massimo il 20 per cento. È innegabile che questa strada l’abbiamo intrapresa anche perché sapevamo che c’erano dei problemi: Al male enedemico dell’inaffidabilità abbiamo preferito rispondere con una cura forte: affidarci al mercato». Parole dure che aprono uno spaccato sugli oltre 13mila dipendenti di palazzo San Giacomo che negli ultimi due anni sono sempre nella bufera come testimonia l’inchiesta stipendi gonfiati. Una sorta di sfiducia verso di loro che costa all’amministrazione parecchi milioni di euro. Visto che il servizio di esternalizzazione della riscossione il Comune lo paga e profumatamente. Alla Romeo e alle Poste che hanno formato un’Ati e si sono aggiudicate la gara di appalto ora sottoposta ai raggi X del Tribunale amministrativo regionale.





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