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Il Mattino di Napoli. - La Protezione civile per riparare le buche



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FABIO JOUAKIM In una mano la paletta per fermare i motorini, nell’altra la pala per colmare le buche stradali. Giornate di superlavoro per la Protezione civile, chiamata ieri a vigilare sull’esordio del piano antimotorini ai Decumani. E contemporaneamente a siglare una pagina importante, riguardo al cronico problema delle buche stradali. Con una delibera, infatti, il Comune si arrende all’evidenza di strade più adatte al Camel trophy che alla circolazione normale. E affida alla Protezione civile, oltre alle verifiche sull’entità dei dissesti, anche il compito del «primo intervento»: transennamenti, colmatura di buche, rimozione di ostacoli per garantire l’incolumità del cittadino, prima che intervenga la ditta interessata. Su proposta dell’assessore alla Protezione civile e alle strade, Ferdinando Di Mezza, la Giunta ha approvato ieri la delibera. Il servizio di primo intervento realizzerà i lavori di messa in sicurezza delle strade danneggiate, per tutelare l’incolumità del cittadino. L’attività sarà svolta da personale della Protezione civile, «che affiancherà durante tutto l’arco della giornata - recita la nota del Comune - il personale tecnico già operante per i rilievi e le verifiche delle situazioni di pericolo». Il servizio, che sarà operativo fra due settimane, sarà svolto con mezzi del servizio Protezione civile e si avvarrà di attrezzature e materiali forniti attraverso un fondo apposito. «Il servizio - dice Di Mezza - non sostituisce, ma integra l’attività di manutenzione ordinaria stradale affidata alle imprese operanti in ambito circoscrizionale e si occuperà di interventi di prima messa in sicurezza, quali transennamenti, colmature buche, rimozione di ostacoli e di fonti di pericolo». Affiancare, non sostituire il lavoro delle ditte: la puntualizzazione non è casuale. «Quello delle buche stradali - prosegue Di Mezza - è un problema che l’amministrazione comunale vuole aggredire. La Protezione civile ha uno status, rispetto ad altri soggetti. In più si velocizza l’intervento, in attesa della ditta. E infine la quota destinata alle ditte per l’emergenza, che può arrivare al 20 per cento dell’appalto, potrà essere destinata alla manutenzione vera e propria». Il provvedimento ha però un’altra lettura più maliziosa, secondo gli addetti ai lavori. E cioè che quel venti per cento «dirottato» sulla manutenzione sia un modo per convincere le ditte ad accettare gli appalti, dopo una pioggia di rinunce e con le strade che sprofondano. I fatti parlano chiaro: le ultime quattro gare per la manutenzione ordinaria delle strade di altrettanti ambiti territoriali (Secondigliano-Scampia, Fuorigrotta-Bagnoli, Soccavo-Pianura, Ponticelli-Poggioreale) sono andate deserte per la presenza di una sola offerta valida. E tra le altre sette ditte che hanno vinto con il massimo ribasso - intorno al 40 per cento - nessuna ha mai fatto manutenzione stradale sul territorio napoletano e, soprattutto, nessuna ha ancora firmato. Perché? Due i motivi principali, gli stessi per i quali, due anni fa, cinque ditte comunicarono l’intenzione di rescindere il contratto. Il capitolato d’appalto richiederebbe alle ditte la sorveglianza sul territorio, già esercitata da cinque sorveglianti cantonieri - figura di nuova istituzione - in ogni circoscrizione. Inoltre non è chiaro, secondo le ditte, il punto riguardante l’assicurazione da stipulare: chi paga in caso di incidente? Per Di Mezza «la ditta è responsabile solo se era stata avvisata. In prima istanza le ditte avevano rinunciato, poi in una riunione tenuta venerdì abbiamo fornito i chiarimenti sui capitolati d’appalto». Chiarimenti che però, secondo le voci di dentro, non sono ancora sufficienti per firmare. E ora il «primo intervento» della Protezione civile, non previsto nel capitolato, potrebbe addirittura far scattare delle controversie
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